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BONUS DOCENTI e SPID: cosa c’è realmente dietro?

SPID: il tentativo del governo di mascherare un clamoroso flop

 

La richiesta dell’identità digitale nota come codice #SPID sta causando parecchi disagi ai docenti italiani. Da quest’anno il sistema pubblico di identità digitale è richiesto per poter poi accedere al bonus docenti.

A differenza dello scorso anno i 500 Euro – come più volte spiegato nei nostri articoli – non saranno accreditati sullo stipendio, ma dovranno essere gli stessi docenti prima a richiedere lo SPID, poi ad entrare nel borsellino digitale, poi ancora scegliere come spendere i soldi, poi stampare il voucher, recarsi presso il negozio e ritirare ciò che si è acquistato.

Insomma tutta questa procedura a dir poco macchinosa sta gettando nel panico diversi docenti che in questi giorni si stanno affidando a Facebook sia per sfogarsi, sia per avere qualche informazione in più visto che le scuole sono all’oscuro di tutto.

 

Cosa c’è in realtà dietro l’identità digitale richiesta ai docenti e ai 18enni?

 

Probabilmente il tentativo del governo di rimediare ad un costosissimo flop ovvero quello del sistema dell’identità digitale pubblico che fino ad adesso aveva scaldato ed interessato pochissimi italiani, fino al 16 novembre ne avevano fatto richiesta solo in 199mila, numeri che certificano un clamoroso flop.

Dal 16  novembre in poi i numeri sono magicamente aumentati di circa 70mila, passando ad un totale di circa 270mila. gli oltre settanta mila nuovi iscritti arrivano appunto dalla scuola e dai 18enni a caccia di bonus.

 

Il numero è comunque destinato ad aumentare così come sono destinati ad aumentare anche i disagi.

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