A novembre l’Inps pagherà per l’ultima volta nel 2022 il cosiddetto “Bonus Maroni”, l’incentivo introdotto lo scorso anno per convincere i lavoratori a rimandare il pensionamento anticipato tramite Quota 103. Questa volta è coinvolta solo una categoria specifica: i dipendenti pubblici. Ma come funziona esattamente questa agevolazione e chi può richiederla? Facciamo chiarezza.
Cos’è il bonus Maroni del 10%?
Il bonus prende il nome dall’ex ministro Roberto Maroni ed equivale a un taglio del 9,19% dei contributi Ivs pagati dal lavoratore. Si tratta quindi di un beneficio economico pari a circa un aumento netto del 10% in busta paga.
A chi spetta
A novembre spetta ai soli dipendenti delle amministrazioni pubbliche, inclusi enti, aziende ed enti del SSN, che abbiano un trattamento pensionistico diverso dalla Gestione Ago.
I requisiti
Per ricevere il bonus è necessario aver raggiunto i requisiti di Quota 103 (62 anni e 41 di contributi) e presentare domanda formale di rinuncia alla pensione.
Come richiederlo
La domanda può essere inoltrata online tramite SPID/CNS/CIE dal sito Inps, oppure presso i patronati. Successivamente l’Istituto certificherà i requisiti e comunicherà al datore di lavoro l’erogazione dell’incentivo.
L’obiettivo del bonus è incentivare le persone ad evitare di ricorrere allo scivolo pensionistico, rimandando la quiescenza grazie all’aumento in busta paga. Un’agevolazione che a novembre riguarderà solo una categoria specifica di lavoratori pubblici.
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