HomeScuolaBASTA, ORA PARLANO GLI INSEGNANTI, QUELLI VERI!

BASTA, ORA PARLANO GLI INSEGNANTI, QUELLI VERI!

Gli insegnanti non reagiscono più

In un paese dove ogni professionista si arroga il diritto di criticare il mestiere di insegnante, gli insegnanti stessi restano in gran parte in silenzio. Giornalisti, politici, filosofi, psicologi, e chi ne ha più ne metta, si sentono legittimati a fornire indicazioni su come educare e formare le nuove generazioni, senza però avere mai messo piede in un’aula scolastica. Questa disconnessione tra teorie e realtà è allarmante e merita di essere affrontata.

In Italia, chiunque sembra avere qualcosa da dire su cosa significhi essere un “bravo insegnante”, ma raramente queste voci provengono da chi vive quotidianamente le sfide e le difficoltà di questo complicato mestiere. Gli insegnanti, che ogni giorno affrontano problemi di gestione della classe, differenze di apprendimento e pressioni sempre crescenti, si trovano a dover giustificare il proprio lavoro a chi non ne conosce la complessità.

Tra le recenti novità che riguardano il mondo dell’istruzione, emergono proposte come quella di consentire agli insegnanti di restare in servizio, su base volontaria, fino all’età di 70 anni, con la promessa di un incremento di stipendio. Questo provvedimento sembra però andare in direzione opposta rispetto alle necessità attuali dell’istruzione. Le nuove metodologie didattiche, che includono l’utilizzo delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC), richiedono personale giovane e motivato, capace di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del panorama educativo. Ma l’idea di prolungare la carriera degli insegnanti più esperti non affronta le reali esigenze del sistema scolastico, rischiando di soffocare l’innovazione e di mantenere inalterata una situazione già critica.

Inoltre, in un contesto europeo, gli insegnanti italiani si trovano a dover affrontare una dura realtà: sono tra i peggio pagati d’Europa. La politica italiana, invece di valorizzare questa professione essenziale attraverso stipendi adeguati e incentivi, sembra sempre più orientata a fare cassa, penalizzando ulteriormente la scuola. Le recenti politiche sul dimensionamento scolastico hanno solo aggravato il quadro, creando difficoltà nelle scuole e aumentando il carico di lavoro degli insegnanti.

Essere insegnanti oggi significa affrontare sfide che vanno oltre la semplice trasmissione di conoscenze. Si tratta di sapersi confrontare con classi sempre più miste, dove le differenze culturali, economiche e di apprendimento si intersecano, richiedendo un’adeguata personalizzazione del percorso educativo. Gli insegnanti sono chiamati a diventare mediatori e facilitatori, a costruire ponti tra discipline diverse, a preparare gli studenti non solo per il mondo del lavoro, ma anche per essere cittadini consapevoli e responsabili.

In questo scenario, le voci di chi insegna devono finalmente farsi sentire. È il momento di dare spazio a una narrazione autentica e sincera che racconti le reali difficoltà e le sfide quotidiane che gli insegnanti affrontano. Solo così sarà possibile costruire un sistema educativo davvero efficace, che non solo riceve critiche, ma che si attua attraverso il supporto e la valorizzazione di chi vive il mestiere con passione e dedizione.

È tempo di superare le teorie astratte degli esperti esterni e di valorizzare il contributo di chi, nelle aule, costruisce il futuro delle nuove generazioni. La scuola italiana merita di essere sostenuta con politiche adeguate, stipendi dignitosi e un riconoscimento autentico del valore del lavoro degli insegnanti.

È fondamentale che i sindacati alzino la voce in difesa degli insegnanti, per garantire che le loro esigenze e preoccupazioni vengano ascoltate e rispettate. Gli insegnanti chiedono ai sindacati di prendere iniziativa e di formulare strategie concrete per affrontare le problematiche che affliggono il mondo scolastico. È imprescindibile che venga garantita non solo la stabilità lavorativa ma anche il miglioramento delle condizioni di lavoro. Solo così sarà possibile attrarre e mantenere nel sistema educativo professionisti giovani e motivati, capaci di rispondere alle sfide moderne.

In un contesto così complesso, è altresì urgente che i sindacati si facciano portavoce delle incertezze e delle angustie degli insegnanti, promuovendo un dialogo che restituisca dignità e attenzione a chi lavora quotidianamente per il bene degli studenti. È ora di dare vita a una rappresentanza che rispecchi le reali necessità e i desideri di chi vive in prima persona il mondo della scuola.

In definitiva, questa è l’opportunità affinché i sindacati possano realmente dare voce agli insegnanti, quelli veri, affinché le loro esperienze e le loro prospettive diventino parte integrante del dibattito pubblico sull’istruzione. La scuola italiana merita una riforma che non ignori il contributo essenziale di chi la anima ogni giorno: gli insegnanti. È tempo di agire insieme per un cambiamento reale e duraturo.

Alfonsina Ventola SBC

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