Francamente, non che servissero ulteriori conferme, ma il mantra recitato a memoria nella “scuola-azienda” dai vari dirigenti, i loro scagnozzi e cortigiani, è il seguente: i docenti che si limitano ad esercitare con sincera passione e dedizione la propria professione, cioè l’insegnamento e la cura del rapporto coi discenti, rifiutando di applicarsi in altre mansioni, o di proporsi per gli incarichi aggiuntivi, quali le “figure di sistema” e i ruoli di supporto alla dirigenza, funzioni perlopiù assunte da chi desideri evadere dal “lavoro oscuro” nelle classi, ed aspiri agli onori e ai privilegi derivanti da determinate posizioni “di potere” (un miserrimo “potere”), oltre che a rimpinguare le loro tasche, integrando ogni anno le misere retribuzioni percepite dai docenti, vengono ingiustamente etichettati alla stregua di coloro che “restano a guardare”, vale a dire alla stregua di “fannulloni” o, nella migliore delle ipotesi, quali soggetti “non collaborativi”. Nessuna novità: è il capitalismo, bellezza.
Lucio Garofalo
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