Aumento degli stipendi e delle pensioni 2025, i conti non tornano

Il futuro dell’IRPEF si fa sempre più chiaro grazie alle prime stime sui proventi del concordato preventivo biennale. Si prevede un “tesoretto” di circa 1,3 miliardi di euro, che potrebbe consentire un nuovo taglio fiscale. Ma secondo le simulazioni della Fondazione Nazionale dei Commercialisti, per realizzare una riduzione di 2 punti percentuali sull’aliquota del secondo scaglione servirebbero il doppio delle risorse, ovvero 2,5 miliardi.

Verso il taglio dell’IRPEF 2025: quanto risparmieranno lavoratori, autonomi e pensionati?

Il Disegno di Legge di Bilancio 2025 conferma l’IRPEF a tre aliquote e promette un ulteriore intervento finanziato dalle risorse del concordato preventivo. Secondo le stime, la dotazione di 1,3 miliardi potrebbe permettere di abbassare l’aliquota del secondo scaglione dal 35% al 34%, con benefici per circa 11 milioni di contribuenti. Tuttavia, non sarebbe sufficiente per portarla al 33%.

In alternativa, il nuovo intervento potrebbe estendere il secondo scaglione oltre il limite attuale di 50mila euro. Anche in questo caso, il costo sarebbe equivalente a una riduzione di un punto percentuale dell’aliquota, richiedendo comunque risorse pari a 2,5 miliardi.

Per ridurre l’aliquota di 1-2 punti servono oltre 2,5 miliardi di euro, il doppio delle risorse attualmente stanziate

Le simulazioni della Fondazione Nazionale dei Commercialisti evidenziano come i vantaggi fiscali non sarebbero uniformi, ma dipenderebbero dalle fasce di reddito. Per i lavoratori dipendenti con retribuzioni oltre 35mila euro, il risparmio annuale oscillerebbe tra 543 e 627 euro con un taglio di 1-2 punti. Più modesti, ma comunque positivi, i risparmi per autonomi e pensionati, tra 20 e 440 euro all’anno.

Nonostante le stime, i tempi per definire l’IRPEF 2025 non sono ancora maturi: tutte le opzioni restano sul tavolo, in attesa di ulteriori approfondimenti.

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