L’Aran, Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, ha pubblicato il consueto rapporto semestrale sulle retribuzioni del pubblico impiego aggiornato ai dati di settembre 2024. Il rapporto consente di confrontare gli aumenti contrattualmente previsti con quelli effettivamente registrati nell’ultimo biennio.
Secondo l’Aran, per i dipendenti della scuola e della ricerca l’incremento atteso dal rinnovo contrattuale era di 175 euro mensili, ma quello reale è stato di appena 180 euro. Più consistenti gli scostamenti negli altri comparti: per le funzioni centrali gli aumenti da CCNL erano di 191 euro, mentre quelli effettivi sono stati di 406 euro. Ancora, per le funzioni locali l’incremento stimato era di 176 euro, ma quello registrato è stato di 205 euro.
L’Agenzia spiega come per la scuola i maggiori fondi siano andati ad integrare il salario accessorio piuttosto che quello tabellare, così da contenere l’aumento effettivo. Per il triennio successivo, invece, gli scostamenti negativi rispetto al rinnovo contrattuale sarebbero da attribuire al turnover del personale.
Il rapporto Aran conferma dunque come gli aumenti contrattuali non si riflettono pienamente sulle buste paga, mostrando differenze anche marcate tra i vari comparti del pubblico impiego.
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