Recentemente, l’ARAN ha annunciato un incremento salariale per il personale ATA e DSGA, con una media di 400 euro mensili. Tuttavia, questo aumento, spalmato su tre rinnovi contrattuali fino al 2027, ha suscitato perplessità. Molti dipendenti del comparto scuola ritengono che la diluizione temporale vanifichi i benefici economici, soprattutto se confrontati con altri settori pubblici.
Il contratto della scuola (CCNL) continua a essere considerato tra i meno vantaggiosi della Pubblica Amministrazione. Il personale ATA e DSGA, ad esempio, non beneficia di buoni pasto né di aumenti salariali extra-CCNL concessi ad altri comparti come sanità e funzioni centrali. Inoltre, mancano possibilità di incarichi retribuiti aggiuntivi, presenti invece per i docenti.
Un confronto con altri settori evidenzia ulteriori disparità: mentre la sanità registra aumenti medi di 530 euro e le funzioni centrali arrivano a 562 euro, il comparto scuola rimane indietro, con una crescita percentuale inferiore e senza tutele aggiuntive.
Questa situazione solleva interrogativi sulla valorizzazione del personale ATA e DSGA, il cui ruolo è fondamentale per il funzionamento delle scuole ma ancora lontano dall’essere adeguatamente riconosciuto.
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