L’aumento del gas russo determina serie conseguenze per gli italiani, necessita capire se l’Italia riuscirà a rinunciarvici, attraverso gli stoccaggi o ricorrendo ad altri fornitori. Se ciò non dovesse bastare potrebbe scattare il taglio dei consumi, dove il piano europeo prevede già una riduzione volontaria del 7% per l’Italia, ma diventerebbe obbligatoria in caso di emergenza. Ciò comporterebbe un razionamento, ovvero spegnimento delle luci la sera, chiusura anticipata dei negozi e, in inverno, l’utilizzo dei riscaldamenti fissato a 19 gradi nelle abitazioni private e nelle scuole pubbliche. Per quanto riguarda le scuole, l’Unione delle Province si dichiara assolutamente contraria alla diminuzione dell’erogazione del riscaldamento. Le province infatti, sono a conoscenza che ciò comporterebbe ripercussioni sugli studenti, i quali sarebbero soggetti ad aule fredde, uso di giacche pesanti, raffreddori ed altri disagi, causando ulteriori compromissioni della normale attività didattica, già intaccata dal Covid e dalle lezioni a distanza.
I prezzi del gas in Europa potrebbero accrescere del 60% e arrivare oltre i 4mila dollari per 1.000 metri cubi. Lancia l’avvertimento la compagnia russa Gazprom, sottolineando che ora il prezzo è di 2.500 dollari per mille metri cubi e se non dovesse cambiare la situazione si potrebbe arrivare alla soglia dei 4mila dollari, dovuto alle sanzioni occidentali imposte a Mosca con l’invasione dell’Ucraina.
Al momento queste misure non verranno attuate, ma non bisogna escludere che potrebbero diventare necessarie, in caso di peggioramento della situazione.
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