HomeScuolaAssicurazione privata per il mondo della scuola, magari!

Assicurazione privata per il mondo della scuola, magari!

Di Anna Maria De Luca

C’è una espressione che poco si coniuga con la freddezza del governare qualcosa: “stare a cuore”. Cosa significa “mi sta a cuore” lo sta dimostrando il ministro Valditara in queste ore. Mentre ad Ancona i ministri della Salute degli Stati membri del G7 sono riuniti per la Sanità (Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti d’America), sul versante scuola Valditara formula ai sindacati una propria idea di welfare per aiutare il mondo della scuola alle prese con le spese mediche che, secondo i dati, sono in netto aumento rispetto agli anni precedenti.

E’ un gesto che va assolutamente rilevato: dimostra come il ministro si stia davvero occupando del popolo che è chiamato a governare. Gli sta a cuore: si sta occupando non solo di ciò che accade tra le pareti delle scuole ma, più complessivamente, della qualità di vita di chi ci lavora. Sta cercando di aumentare più che può gli stipendi, sta bussando con decisione alle porte dell’Europa per far venire meno i vincoli che limitano le assunzioni e fanno perdurare il precariato, sta riformando la scuola in Italia e fondando ITS all’estero, sta dando l’avvocatura dello Stato al personale scolastico, in modo che possa tutelarsi senza toccare i soldi del proprio stipendio.

E’ chiaro che l’aumento della spesa per la sanità privata riguarda tutta la popolazione italiana ma essendo il MIM il più grande datore di lavoro d’Italia, va da sé che occuparsi del popolo della scuola significa occuparsi di una larghissima fetta d’Italia. La proposta del Ministro, che ha già esplorato varie vie possibili per realizzarla, è di introdurre un’assicurazione sanitaria per tutto il personale scolastico, inclusi docenti, dirigenti e personale ATA, in modo che possano scaricare dalle tasse almeno seimila euro l’anno di spese mediche.

Come? Con quattro euro al mese, ad un costo irrisorio rispetto alle cifre che siamo abituati a sentir chiedere dalle varie compagnie.

Il che significa che è lui stesso ad impegnarsi in una trattativa per far scendere al massimo il costo della polizza
Il tema dell’assicurazione privata è molto delicato: la verità è chi ne ha una è considerato fortunato da chi non può permettersela. Nella mia esperienza personale posso raccontare che per anni ho pensato di stipulare un’assicurazione privata ma non me la sono mai sentita di aggiungere un altro costo fisso a quelli che già ho.

Credo che il discorso valga per moltissime persone: tra rate di mutui e/o affitti, bollette, auto eccetera spesso facciamo marcia indietro di fronte all’idea di una spesa fissa. Lo scorso anno invece, esasperata per le immense file nella sanità pubblica, mi sono resa conto che stavo spendendo nella sanità privata cifre mai sostenute prima. E cosi ho deciso di stipulare, per la prima volta, un’assicurazione sanitaria privata. Risultato: il costo è pesante si, ma io ora non rinuncio più alle visite mediche alle quali fino allo scorso anno rinunciavo per evitare i costi.

E cosi facendo ho scoperto alcune cose della mia salute che non conoscevo e che, grazie appunto a controlli più costanti, sono riuscita a risolvere. Ecco perché ritengo l’idea del ministro straordinaria: tutti dovrebbero poter accedere alle visite necessarie. Nel pubblico, si obietterà. Si, certo, ma bisogna essere realisti: le file sono sempre più lunghe ed è sempre più frequente rivolgersi al privato, anche quando non si vorrebbe farlo. Per chi ha figli, le spese mediche sono poi esponenziali: dal dentista – sembra che negli ultimi decenni siano mosche bianche i bambini a cui non vengono prescritti apparecchia di varie nature e costi – alle spese mediche generali, la voce sanità è una delle più critiche per le famiglie italiane.

Insegnare un corretto stile di vita è compito anche della scuola, vero, ma nelle case, nelle famiglie, si sta andando in una direzione diversa: i dati ISTAT ci costringono ad essere più realisti del re. Sono eloquenti: nel 2022 (ultimi dati disponibili) sono cambiate le abitudini di spesa. Il 16,7% delle famiglie dice di avere limitato gli esborsi per visite mediche e accertamenti. Per l’esattezza nel Nord-Est il 10,6% delle famiglie, nel Nord-Ovest il 12,8%, nel Centro Italia il 14,6%. Peggio nelle Isole (18,5%) e nel Sud (28,7%) dove a tirare la cinghia rispetto alle spese mediche è stata più di una famiglia su quattro.

Quindi ben vengano le 4 euro al mese di assicurazione sanitaria per il popolo della scuola!

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