Carissima redazione,
Leggo sempre con interesse i vostri articoli ed apprezzo la campagna che portate avanti a favore degli stipendi e della scuola.
Sono un docente in procinto di andare in pensione, e il prossimo anno sarà il 43° anno di servizio. Devo ammettere che non sono particolarmente triste di lasciare questo lavoro. Infatti, nonostante il mio impegno e la mia dedizione, non mi sento rispettato né stimato.
Sono pagato meno di un operaio, senza nulla togliere per il lavoro che fanno. Tuttavia, ho speso tempo e denaro per ottenere lauree e master, che mi hanno richiesto fatica e impegno economico.
Nonostante ciò, non mi sento valorizzato per il mio lavoro.
Un esempio di questo disprezzo è stato recentemente espresso da un mio collega di tedesco, che, confrontando gli stipendi con lo stesso titolo e la stessa anzianità, mi ha sbeffeggiato in modo benevolo dicendo che, con uno stipendio così basso, non aprirebbe nemmeno il registro.
Siamo i nuovi poveri, senza alcuna gratificazione.
Finisco la mia carriera con grande rammarico per aver scelto questo lavoro. Spero che, in futuro, le condizioni dei docenti migliori e che siano riconosciuti i loro sacrifici e impegno.
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