A leggere l’atto di indirizzo del Ministro sorge spontanea una domanda: quale “visione strategica” sostiene il futuro modello scolastico dal punto di vista del suo funzionamento organizzativo, didattico e amministrativo?
L’attenzione ed il rispetto per il lavoro e la professionalità di quanti sono impegnati nel portare avanti il progetto educativo sul piano organizzativo e del funzionamento didattico appare una ingiusta omissione che continua a misconoscere l’impegno nel servizio reso, la qualità del lavoro svolto ed il tempo impiegato per lo svolgimento.
Nel punto 4 “PROMUOVERE POLITICHE EFFICACI PER LA VALORIZZAZIONE
DEL PERSONALE SCOLASTICO” c’è un cenno al tema della valorizzazione senza alcun riferimento alla governance scolastica e un timido richiamo a quello della carriera professionale.
Il Ministro Bianchi non dà alcuna attenzione al ruolo dei Collaboratori dei Dirigenti scolastici e delle figure di sistema senza i quali la scuola autonoma non potrebbe portare avanti quotidianamente e per un intero anno il piano dell’offerta formativa che ne caratterizza l’autonomia didattica e organizzativa.
Si ha come la percezione che per il Ministro “fare scuola” significhi soltanto entrare in un ambiente di apprendimento dimenticandone forse una verità nascosta: la sua complessità che il dirigente scolastico e il Dsga non potrebbero assolutamente affrontare senza il loro lavoro.
Signor Ministro provi ad entrare nel “campo da gioco” per rendersi conto di quanto sia complicata la realtà!
E il silenzio delle OO.SS. preoccupa ancor di più perché non tutelano il lavoro e le professionalità di migliaia di donne e uomini, risorse necessarie in ciascuna scuola autonoma!
Siamo stanchi di una IPOCRISIA di sistema che conosce bene la qualità e l’importanza del nostro lavoro ma che ormai da troppo tempo ignora questi docenti con una insopportabile discriminazione professionale. Ricordiamo che il comma 16 art. 21 della Legge 59/1997 nel conferire la qualifica dirigenziale ai capi di istituto ha previsto ferma restando l’unicità della funzione l’individuazione di nuove figure professionali del personale docente.
Nell’atto di indirizzo dopo 25 anni dalla pubblicazione della legge 59/1997 abbiamo dei “buchi neri” e si continua a non scrivere a chiare lettere della valorizzazione del personale scolastico a tutti i livelli e secondo principi meritocratici, non si intende correggere l’anomalia del sistema scolastico italiano che – a differenza dei più evoluti sistemi scolastici europei – non prevede nulla per l’attivazione di una motivazione alla collaborazione del personale docente poiché sono assenti i percorsi di carriera, sono inadeguati i meccanismi premiali e mancano quelli relativi al riconoscimento contrattuale.
Su questi ineludibili temi l’atto di indirizzo del Ministro Bianchi è arcaico al pari della visione di chi sarà chiamato a sedere al tavolo del confronto.
Chi oggi guida il Paese, chi ha la responsabilità di indicare la direzione, chi deve rinunciare magari ad antichi privilegi, chi ha a cuore la scuola del futuro, sembra non avere il coraggio di dare alla scuola italiana quella necessaria innovazione che la renda più efficiente e corrispondente alle moderne necessità organizzative e gestionali sul piano didattico, organizzativo e amministrativo.
E chi fa questa scelta ne dovrà rendere conto a oltre 100000 docenti che – unitamente all’attività didattica in classe – contribuiscono CONCRETAMENTE e QUOTIDIANAMENTE a realizzare l’atto di indirizzo del DS e concorrono alla costruzione dell’identità dell’IS nel funzionamento didattico, in quello organizzativo di processi e protocolli, nella gestione delle risorse materiali e immateriali.
Se così sarà, le 8 priorità politiche del Ministro Bianchi ci sembrano costruite su un modello scolastico di fine 900….
Ma noi non vogliamo un bel castello di sabbia.
Per ANCoDiS
Rosolino Cicero
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