Dalla lettura della bozza del regolamento che sembra essere confermato, ci appare un bando arcaico superato dalla complessità della scuola autonoma.
Infatti, per poter partecipare sarà necessario uno dei seguenti titoli culturali:
Diploma di laurea ottenuto in base agli ordinamenti didattici in vigore precedentemente al decreto ministeriale n. 509 del 3 novembre 1999;
Laurea magistrale (4 o 5 anni) o specialistica (3 + 2);
Diploma accademico di II livello relativo all’alta formazione artistico, coreutica, musicale;
Diploma accademico di vecchio ordinamento annesso a quello di istituto secondario superiore.
Sarà, inoltre, necessario essere in possesso di un contratto a tempo indeterminato e aver prestato un servizio effettivo pari ad almeno 5 anni (per esempio tre da precario e due di ruolo!).
Quindi, per accedere al concorso per l’importantissima funzione dirigenziale nella scuola autonoma italiana, oltre al necessario titolo culturale occorre semplicemente un servizio quinquennale…. E basta!
Anzi aggiungiamo anche un bell’investimento economico per acquistare proposte formative e ore e ore di studio!
Dopo – ma soltanto dopo aver superato le prove concorsuali – se hai una qualche esperienza professionale in incarichi aggiuntivi, è riconosciuto un punteggio di 1,75 punti per un massimo di 6 anni al collaboratore del dirigente scolastico o di 1 punto per ogni anno di incarico di funzione strumentale o ai sensi dell’articolo 1, comma 83 della legge 107/2015 per un massimo di 6 anni o per l’incarico di tutor o di 0,75 punti per componente del comitato di valutazione di all’articolo 11 del TU per un massimo di tre anni.
Allora proviamo a ragionare!
Si parla di vecchie e nuove complessità della scuola autonoma, di vecchie e nuove incombenze, di azioni progettuali europee, di emergenze educative, di valutazione e autovalutazione di sistema e il reclutamento dei futuri dirigenti scolastici avverrà senza alcuna previsione di esperienza almeno quinquennale nella governance scolastica quale condizione per l’accesso.
Forse perché si ritiene dal mondo della politica e da quello sindacale che per affidare la guida di una scuola autonoma non occorra a priori la NECESSARIA, CERTIFICATA e VERIFICATA esperienza professionale che – chi potrà negarlo! – può essere acquisita soltanto se si sono assunti incarichi per il funzionamento organizzativo e didattico.
“Il docente che vuole intraprendere la carriera dirigenziale – afferma il Presidente di Ancodis Rosolino Cicero – non può non “respirare” l’aria della governance scolastica, non può non lavorare fuori dagli ambienti di apprendimento, proprio perché farsi carico della guida di una scuola autonoma comporta la NECESSARIA e REALE conoscenza dei processi decisionali, delle azioni progettuali, delle piattaforme ministeriali, delle problematiche connesse ai temi della sicurezza, della complessità delle relazioni interne ed esterne, della connessione con il territorio e con tutti i suoi protagonisti istituzionali e non”.
Almeno che qualcuno non affermi che soltanto lo studio del funzionamento organizzativo e didattico, della normativa scolastica italiana ed europea, dei processi decisionali di una scuola sia sufficiente per intraprendere responsabilmente l’onere della funzione dirigenziale.
“Ecco allora la NECESSITÀ di prevedere il middle management scolastico riconosciuto e strutturato nella scuola autonoma – continua Cicero – con anni di esperienza concreta sul campo, dal quale poter selezionare per concorso i futuri dirigenti scolastici.
“Per queste ragioni – conclude il Presidente di Ancodis – chiediamo di aggiornare il prossimo bando se si vogliono dirigenti scolastici pronti al timone della nave anche nei mari tempestosi delle scuole di periferia e dei territori abbandonati dallo Stato, capaci di governare – sulla base della precedente esperienza professionale – la complessità della scuola autonoma.”
Almeno che l’unico argomento di confronto non resti quello dell’identità di genere!
Ancodis