HomeComunicato StampaAlternanza scuola-manganello: interrogazione M5S sull'uso di taser e manganelli per studenti

Alternanza scuola-manganello: interrogazione M5S sull’uso di taser e manganelli per studenti

Il Movimento 5 Stelle chiede chiarimenti sul caso della scolaresca al corso di Expo Formazione: "No alla violenza, sì al sapere"

Roma, 2 novembre – Ha destato scalpore la notizia di una scolaresca di Genova che, il 29 ottobre scorso, è stata accompagnata all’Expo Training 2024 di Milano e coinvolta in una lezione sull’uso del taser e dei manganelli. Un’esperienza che, secondo i deputati del Movimento 5 Stelle Anna Laura Orrico e Roberto Traversi, si tradurrebbe in una “alternanza scuola-manganello” e rappresenterebbe un segnale preoccupante verso una crescente normalizzazione della violenza nelle scuole.

Secondo quanto riportato, durante l’incontro agli studenti sarebbero stati mostrati strumenti di coercizione, con tanto di istruzioni su come impiegarli correttamente, in particolare il taser e il manganello. Un “salto di qualità” per un sistema educativo che, come dichiarato dai deputati, sembra avviarsi verso un modello fondato sulla repressione piuttosto che sul dialogo e sull’educazione.

L’iniziativa probabilmente sarebbe continuata a passare inosservata se non fosse stato per un video circolato in rete, che ha subito generato dibattito e polemiche. “È questa la scuola che vogliamo per il futuro dei nostri giovani?” chiedono Orrico e Traversi. Il Movimento 5 Stelle ha infatti depositato un’interrogazione parlamentare rivolta al Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, chiedendo di chiarire l’accaduto e di prendere una posizione netta sul tipo di valori che il sistema educativo intende trasmettere agli studenti.

“Pensiamo ancora che le vere armi al servizio degli studenti siano i libri, la conoscenza e il sapere,” hanno concluso i parlamentari, ribadendo la centralità dell’istruzione come strumento di emancipazione e crescita, non certo come mezzo per introdurre gli studenti alla coercizione .

Questa presa di posizione si inserisce in un dibattito sempre più acceso sul futuro dell’istruzione in Italia, con le opposizioni che esprimono timori per un sistema formativo che rischia di promuovere la violenza e il controllo come strumenti educativi.

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