La carenza di insegnanti nelle scuole italiane, denunciata da anni, è oggi una emergenza. Nonostante la ripresa delle lezioni, migliaia di studenti in tutta Italia si ritrovano senza i docenti di ruolo. Le principali cause sono il precariato strutturale e i vincoli posti dal Pnrr per le assunzioni, che hanno bloccato l’immissione in ruolo di docenti già idonei e la stabilizzazione dei precari.
Senza insegnanti, diversi istituti non riescono ad attivare il tempo pieno, creando disagi alle famiglie. Il problema coinvolge tutti gli ordini di scuola, dalle primarie alle superiori, e tutto il Paese, da Nord a Sud. Per i sindacati la situazione è critica in centinaia di scuole, anche se manca una mappatura precisa.
A peggiorare il quadro concorrono i ritardi nei concorsi ordinari previsti dal Pnrr per assumere 70mila docenti entro il 2026. Le procedure del concorso 2023 non sono ancora concluse, costringendo le scuole a ricorrere a supplenti temporanei. In questo modo si favoriscono i supplenti nelle assegnazioni, a scapito dei candidati idonei con punteggi più alti. Anche i bassi compensi per le commissioni dei concorsi contribuiscono ai rallentamenti.
Migliaia di docenti, già idonei al concorso straordinario 2020, attendono ancora la cattedra. Il ministero sostiene che con le nuove regole Pnrr non siano previste assunzioni per loro. Non trovano risposte neanche gli oltre 30mila idonei. Cresce la protesta dei precari e dei sindacati che chiedono nuovi confronti con l’UE per rivedere le procedure.
Davanti a questo scenario, le famiglie si stanno auto-organizzando con proteste e petizioni. Chiedono risposte concrete alle istituzioni per garantire il diritto all’istruzione.
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