Il Tribunale di Bologna ha recentemente emesso una sentenza destinata a lasciare il segno nel panorama dell’istruzione italiana. Una docente precaria, assistita dalla UIL Scuola RUA, ha ottenuto giustizia contro il Ministero dell’Istruzione e del Merito, accusata di aver utilizzato un algoritmo per l’assegnazione delle supplenze che violava i principi di meritocrazia e imparzialità. La decisione del giudice ha portato al riconoscimento di un risarcimento economico e alla condanna del Ministero per l’errata gestione delle graduatorie.
Il caso: un algoritmo sotto esame
La vicenda ha origine dalle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS) di Bologna, attraverso cui la docente, nonostante un punteggio elevato, è stata esclusa dall’assegnazione di una cattedra completa. L’algoritmo ministeriale, infatti, nei turni successivi al primo, non riassegnava le cattedre disponibili ai candidati con punteggi più alti ancora in attesa, ma proseguiva lo scorrimento dalla posizione dell’ultimo assegnatario. Questo meccanismo ha penalizzato la ricorrente, che si è vista assegnare solo un incarico parziale di 11 ore settimanali.
Secondo il Ministero, tale approccio era conforme all’Ordinanza Ministeriale n. 112/2022, ma il Tribunale ha ritenuto che il sistema informatico avesse interpretato erroneamente le regole, configurando una violazione dei principi costituzionali di imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione.
La sentenza e le sue implicazioni
Il giudice ha stabilito che l’algoritmo avrebbe dovuto ripartire dall’inizio della graduatoria per garantire un’equa distribuzione delle supplenze. La sentenza ha riconosciuto al docente un risarcimento di 6.984,18 euro, corrispondente alle ore non assegnate, oltre al diritto all’anzianità giuridica ed economica per l’intero anno scolastico 2023/24.
Questa decisione rappresenta un precedente significativo per i docenti precari in tutta Italia e solleva interrogativi sull’affidabilità e la trasparenza dei sistemi informatizzati nelle procedure amministrative.
La reazione della UIL Scuola RUA
Serafino Veltri, segretario generale della UIL Scuola RUA Emilia Romagna, ha accolto con soddisfazione la sentenza, definendola una vittoria fondamentale per i diritti dei lavoratori della scuola. “Questo caso dimostra quanto sia iniquo affidare le nomine a un algoritmo che sovverte i principi meritocratici”, ha dichiarato Veltri, promettendo che il sindacato continuerà a lottare per tutelare i docenti penalizzati da un sistema che presenta evidenti criticità.
Conclusioni
La sentenza del Tribunale di Bologna non solo ristabilisce l’equità per il docente coinvolta, ma pone l’accento sulla necessità di rivedere l’intero sistema delle nomine scolastiche. In un contesto in cui la tecnologia è sempre più centrale nei processi decisionali, è fondamentale garantire che gli strumenti digitali rispettino pienamente i principi di trasparenza e giustizia.
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