Aldo Mucci (SGS) La scuola vive una realtà estranea alla società, c’è bisogno di innovazione tecnologica e altro personale

Nel mio modo di intendere la scuola questa non è un ambiente chiuso e separato dal resto del mondo, dove si vive una realtà estranea alla società, bensì un luogo di crescita e di condivisione, dove si impara la convivenza civile, a conoscere il mondo e a sviluppare il senso critico.

Nei prossimi anni la didattica verrà rivoluzionata grazie ad algoritmi e tecnologie intelligenti. Con la realtà virtuale, cambierà tutto, anche la capacità di memorizzazione. Chi ha la mia età converrà che a salvarci dalla noia tra i banchi, per tanto tempo, è stata l’immaginazione. Quella capacità di andare oltre libri di testo privi di figure o lezioni monotone.

Grazie all’innovazione tecnologica il sistema scolastico può diventare sempre più accessibile a chi ha una disabilità. Nei casi di alunni con differenze linguistiche, visive o uditive, ad esempio, è attraverso l’intelligenza artificiale che si può ridurre il gap nell’apprendimento. Negli ultimi anni, in Italia si sono moltiplicati i progetti che prevedono l’utilizzo della realtà virtuale.

Provate ad immaginare l’ora di geografia, che attraverso un visore esplorare virtualmente il sito Canyon de Chelly, Chinle, proprio come se ci si trovasse in Arizona, o toccare con mano le pietre sospese che si trovano nello Wiltshire, in Inghilterra – Stonehenge, Salisbury. Provate ad immaginare di eliminare le barriere spazio-temporali e di portare gli studenti sulla Luna. Ma non c’è solo questo.

Il modello educativo deve inevitabilmente adattarsi alle nuove realtà, c’è bisogno di innovazione tecnologica e di tanto personale. Il mondo della scuola deve approcciarsi a questo nuovo paradigma cercando di capire come sfruttare al meglio le tecnologie emergenti, come favorire l’utilizzo consapevole di dispositivi tecnologici con possibilità di ampliamento degli ambienti di apprendimento dichiara Mucci.

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