La lotta contro il bullismo e il cyberbullismo si è intensificata con l’introduzione della legge n. 70/2024, che impone nuovi obblighi alle scuole italiane per garantire un ambiente educativo più sicuro. Ogni istituto scolastico è ora tenuto a promuovere l’uso consapevole delle tecnologie, oltre a istituire un referente per il cyberbullismo. Questo referente ha il compito di coordinare le iniziative preventive, coinvolgendo attivamente studenti, famiglie e insegnanti, secondo un approccio collaborativo.
La legge richiede anche l’istituzione di un tavolo permanente di monitoraggio all’interno delle scuole, dove le parti interessate possono discutere e attuare misure concrete contro questi fenomeni. Il dirigente scolastico è inoltre obbligato ad intervenire in modo tempestivo, informando i genitori e adottando misure educative nel confronto degli studenti coinvolti. Nei casi più gravi, dove le misure preventive non hanno avuto successo o in caso di condotte ribadire, il preside deve riferire alle autorità competenti.
Aldo Mucci, rappresentante di SGS, sottolinea però un problema chiave: il ruolo educativo delle scuole si sta sbiadendo. “Oggi le scuole si concentrano solo sull’apprendimento formale, senza fornire agli studenti le competenze necessarie per comprendere il mondo in cui vivono”, afferma Mucci. Questo scenario, avverte, potrebbe portare a un “affondamento in un mare di disumanità” se non si investe adeguatamente in un’educazione volta alla crescita personale e alla prevenzione di comportamenti dannosi.
La legge del 2024 rappresenta un importante passo avanti, ma è chiaro che serve un impegno maggiore da parte delle scuole e della comunità per creare un ambiente scolastico più consapevole e rispettoso.
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