Aggiornamento delle graduatorie 2017 e se i punti sono troppi?
A giugno, con molta probabilità, sarà emanato dal MIUR il decreto che permetterà ai precari iscritti alle graduatorie di istituto di aggiornare il punteggio e agli aspiranti docenti di inserirsi nella terza fascia.
In questi mesi sia i precari iscritti che i non iscritti hanno cercato di racimolare qualche punto per scalare posizioni in graduatoria, tabella valutazione titoli alla mano la stragrande maggioranza di insegnanti ha cercato di portare a casa quante più certificazioni informatiche possibili, riempiendo le tasche dei vari enti di formazione che propongono corsi di ogni genere.
Valutazione titoli, arriva l’altolà del Consiglio superiore della pubblica istruzione
Proprio in merito ai punti ricavati dalle certificazioni informatiche è intervenuto, con un parere, il Consiglio superiore della pubblica Istruzione. Sotto accusa proprio le tabelle valutazioni titoli. Secondo il “parlamentino” dell’Istruzione, leggiamo dal parere: “si presta a un mercato non sempre corretto e la valutazione degli stessi è sproporzionata rispetto ad altri titoli (lauree, master ecc.)”. Esattamente ciò che pensano molti precari che pur di scalare o di non essere scavalcati sono costretti anche loro a formarsi e a conseguire titoli di ogni genere e prorprio la somma di tali titoli arriva a superare persino il punteggio della laurea.
E il bello deve ancora venire con l’introduzione dei nuovi titoli sempre secondo il CSPI “non meglio specificati e codificati”. Insomma il parere del Consiglio superiore della pubblica istruzione costringerà il MIUR ad emanare una nuova tabella valutazione titoli più snella dove si da maggiore valore al titolo di accesso e meno a tutti quanti gli altri? Ancora questo non è dato sapere. Per i precari sarebbe comunque una beffa, molti hanno investito parecchi quattrini per acquisire nuovi titoli e nuove certificazioni magari con corsi via web.
Sotto accusa anche la valutazione dei master, dei corsi di perfezionamento e dei corsi di specializzazione universitari, secondo il CSPI sarebbe troppi.