L’Inps darà il via a settembre a una campagna di verifiche sulle pensioni erogate all’estero, concentrandosi su 165 Paesi. L’obiettivo è tutelare i beneficiari da pagamenti indebiti, ma chi non risponderà rischia grosso.
Dal 20 settembre l’Istituto di previdenza avvierà le verifiche sull’esistenza in vita di 165mila pensionati residenti oltreconfine. Gli accertamenti, che seguono quelli del 2024 su Nord e Sud America, Scandinavia ed Est Europa, si concentreranno ora su una selezione di Stati europei, asiatici e oceanici.
I diretti interessati riceveranno una comunicazione per confermare i dati entro il 18 gennaio 2025. Chi non lo farà avrà l’assegno versato in contanti presso Western Union a febbraio. Ma attenzione: in caso di mancata riscossione o attestazione entro il 19 febbraio, la pensione verrà sospesa da marzo.
L’Inps effettua periodicamente questi controlli per prevenire pagamenti non dovuti a soggetti deceduti. Sono però esentati i pensionati residenti in alcuni Paesi europei, grazie agli scambi informativi con le rispettive istituzioni previdenziali.
Resta fondamentale fornire i propri dati e rispondere alle richieste. Evitare di farlo esporrebbe al concreto rischio di vedersi tagliato l’assegno a partire da inizio 2025. Meglio collaborare con l’Inps per tutelare il proprio trattamento pensionistico.
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