Fase transitoria: la chiamano sanatoria invece è stata restituita la dignità ai precari

La fase transitoria restituisce la dignità ad 88 mila precari della scuola, anche a quelli che non hanno superato il concorso da molti definito assurdo. Le norme transitorie votate in queste ultime ore in parte derogano la legge 107/15 definita buona scuola e rivedono in parte il reclutamento. Intanto però occorre trovare una soluzione per i precari che affollano le graduatorie ad esaurimento (GaE) e quelle di istituto. Più volte noi di InformazioneScuola abbiamo antipato le intenzioni del governo e il tempo ci ha dato ragione.

Precariato, restituita la dignità ai docenti precari

Il precariato storico sarà assorbito nei prossimi 5 anni , saranno avviati anche i concorsi “light” allo scopo – leggiamo nei pareri – “di attrarre e preparare alla professione docente persone giovani e competenti nelle loro discipline, eliminando il fenomeno dei lunghi periodi di precariato pre-ruolo”. Fra due anni, nel 2018 il primo concorso con le nuove regole.

Gradualmente saranno assunti tutti i precari della scuola, considerato che nei prossimi anni si registrerà un vero e prorpio esodo per via dei pensionamenti, ci sarà posto per tutti e sarà assunzione a tempo indeterminato.

Troveranno il ruolo sia i precari storici ancora in GaE che i precari abilitati attualmente in seconda fascia di istituto per i quali è previsto che “siano inseriti entro l’anno scolastico 2017-18 in una speciale graduatoria regionale di merito” sulla base dei titoli posseduti e del servizio effettuato e dovranno sottostare a una prova orale di “natura didattico-metodologica”

I precari con 36 mesi di servizio per quest’ultimi saranno previsto “speciali sessioni concorsuali loro riservate” che si svolgeranno contemporaneamente ai concorsi per loro (le intenzioni le avevamo anticipate il 26 gennaio scorso) ci sarà una sorta di facilitazione concorso “medium light”, una sola prova scritta invece di due.

“I vincitori saranno ammessi al percorso di formazione direttamente al secondo anno, con esonero dalla parte formativa e dei crediti avendo già insegnato per almeno 36 mesi. Soddisfazione, alla fine, di una larga platea di precari, e anche del Movimento 5 Stelle” – scrive Repubblica.

Se da un lato stanno cercando tutti di assumersi i meriti, va detto che questo risultato è solo ed esclusivamente merito dei precari che da anni si battono per poter lavorare con dignità. I politici, i sindacalisti ormai conoscono i nomi dei nuovi “capopopolo” che hanno rinunciato persino alla loro stessa vita per dedicarla alla causa del precariato.

L’Italia ha bisogno di loro, della loro tenacia, della loro determinazione e del loro spirito di sacrificio e della loro forza.